L’arte al servizio della tecnologia

Ars electronica

L’arte al servizio della tecnologia

Paola Lo Sciuto

Si è conclusa da poco la manifestazione Ars Electronica. Festival che ogni anno la città di Linz in Austria, dedica alle innovazioni tecnologiche e all’arte digitale. “La tecnologia al servizio dell’arte”, così recita il titolo entusiastico di un articolo pubblicato sulla rete, anche se verosimilmente oggi sembra che l’arte e la creatività siano totalmente al servizio della tecnologia e non il contrario.

Umanità in cammino
Quello sull’arte contemporanea è un discorso molto complesso. É come trovarsi al centro di un dedalo senza uscita da cui partono strade che vanno in direzioni opposte. Siamo consapevoli che le interpretazioni non possono essere univoche e la storia dell’arte ha attraversato varie fasi e percorsi, ma cerchiamo di prendere un filo rosso. Cerchiamo di capire fuori dal coro il linguaggio contemporaneo a partire da una chiave di lettura spirituale che vede l’umanità coinvolta in un lungo cammino di crescita. Come il neonato che diventa un essere adulto così su larga scala l’umanità sembra percorrere uno sviluppo evolutivo che dura da svariati millenni. L’arte ha accompagnato il cammino dell’uomo, lo ha sostanziato facendo da cassa di risonanza delle forme pensiero dominanti.

Le forme pensiero
Partiamo dal presupposto che ogni epoca esprime nella materia, attraverso vari linguaggi, delle forme pensiero pertinenti.
Si parla di “forme visibili” a partire da archetipi spirituali. Sono forme pensiero l’individuazione psichica e fisica dell’essere femminile e maschile di un determinato periodo storico ed espresse nelle varie arti: letteratura, cinema, pittura, fotografia. La visione dell’eroe romantico dell’ottocento, differente dall’uomo gentile del medioevo, androgino degli anni 20 o edonista negli anni novanta del novecento. Le forme pensiero sono spesso dei veri e propri protocolli.

Ars electronica4L’arte e la bellezza
L’arte, diversamente da oggi sembra essere stata in origine un linguaggio visivo il cui unico scopo era quello di rappresentare la bellezza delle forme armoniche degli archetipi universali. A partire dalle geometrie della “divina proporzione”, le opere erano vere e proprie evocazioni spirituali tese ad elevare lo spirito.
I grandi artisti erano tutti degli iniziati. A bottega non si apprendeva soltanto ad usare il mortaio per polverizzare le pietre e preparare i colori, ma a conoscere il significato profondo delle geometrie e delle forme: si imparava l’uso consapevole di una scrittura di figure archetipiche significanti tra forme e colori.

Sembra essere stato Leonardo uno degli ultimi artisti iniziati, e Michelangelo è l’artista di passaggio che sperimenta a partire dalle forme armoniche, il proprio modo di intendere la bellezza. Si può dire che l’anima che sente di Michelangelo trabocchi in ogni segno pittorico, in ogni forma scultorea spingendosi oltre le proporzioni convenzionali.
Ars electronica6
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La maniera
Più tardi, il termine Manierismo indicherà che artisti come Il Pontormo, lavoreranno alla “maniera” di Michelangelo, non saranno più ispirati direttamente dalla natura, ma impareranno a guardare ed ad imitare i disegni di Michelangelo per fare opere di “maniera”. Presupposto non casuale della nascita di un’estetica che verrà teorizzata nel 700, epoca in cui si prepara la produzione industriale e la discesa sempre più decisiva nel mondo materiale.

La materia
L’uomo doveva farcela da solo, senza l’aiuto dell’arte evocatrice di forme sacre. Per arte ” sacra” qui non si intende religiosa ma ci si riferisce alle forme pure cosmiche, le forme archetipiche con cui risuonare.
Si prepara per l’uomo una crescita molto dura, quella della coscienza attraverso l’inferno nella materia della propria anima che sente.
L’epoca della così detta inquietudine degli artisti del Manierismo diventa la strada diretta verso il materialismo espresso a tutto campo nel novecento. Il materialismo prevede la produzione esponenziale di materia e di oggetti, l’allontanamento dalle fonti di nutrimento fisico e psichico/animico dell’uomo (nascita delle città industriali) e il cambiamento della società, che diventa massa, massa consumatrice.

Le arti
Il linguaggio visivo che prima era campo esclusivo degli artisti e il cui unico scopo era quello di perpetuare principi spirituali insiti in una bellezza oggettiva, viene riscritto. Vengono sovrapposti tutti i significanti ancestrali interni alle forme.
La bellezza, nutrimento spirituale, viene usata come mezzo di seduzione, poiché l’uomo è attratto dalle forme armoniche di cui è costituito .

Talento deviato
Il talento creativo degli artisti viene imbrigliato, usato e deviato per fare da cassa di risonanza alle forme pensiero dominanti alla stessa stregua del linguaggio pubblicitario. In fondo gli oggetti prodotti e acquistati non sono altro che amuleti per giungere ad una ipotetica e agognata identità che mai si concretizza poichè permane l’illusione che sia l’acquisto dell’oggetto successivo risolutivo della propria felicità. L’arte diventa oggetto e merce di mercato. La creatività è mestiere piegato alla produzione industriale. Pubblicitari e designer, sono spesso artisti straordinari il cui talento creativo è funzionale alla ricerca di una bellezza acquistabile a caro prezzo e riproducibile attraverso la filiera industriale.

Il mito della macchina
A guardarla bene quest’arte contemporanea, dalle performance di danza all’arte visiva, al cinema, alla letteratura, sembra che domini la stessa forma pensiero che persiste da oltre cento anni. La stessa che i futuristi, geni creativi Italiani come Marinetti, Russolo, Balla, Boccioni e Saverini insieme alle rappresentazioni di Oskar Schlemmer e tutta la scuola tedesca di Weimar della Bauhaus esaltarono in modo entusiastico. La forma pensiero è quella della macchina come protesi immortale dell’essere umano. del dinamismo universale, del progresso tecnologico, l’esaltazione della macchina con la sua velocità e la sua energia. Il dominio imperante dell’inanimato sulla materia vivente, la tecnica e la materia inerte che, perenne, può prendere il posto dell’organico mortale. Peccato che noi uomini siamo macchine organiche viventi. Peccato che l’allontanamento delle nostre fonti di nutrimento spirituale causi disorientamento malattia e dolore. Ma guardando più attentamente, questa enorme forma pensiero nasconde la sua funzione, quella di farci da evidente ostacolo. Potrei per settimane continuare a fare l’elenco delle opere d’arte che esaltano la macchina e la téchne dai primi del ‘900, fino ad oggi.

Ars electronica2Ancora una volta la forma pensiero del mito della macchina ha vinto guadagnandosi un premio prestigioso alla nuova edizione di Ars Electronica 2014. Si tratta di un’opera video “Walking City” che sembra la copia identica di centenarie opere di Umberto Boccioni dedicate alla velocità. Guarda caso a produrre l’opera è uno studio di design inglese, la Universal Everything – che a citare l’articolo “segna i confini tra design, animazione, scultura, moda e architettura . Il lavoro fa riferimento alle visioni Ars electronica8futuristiche progettate dallo studio Archigram negli anni Sessanta, in particolare alle idee dell’architetto britannico Ron Herron che disegnò un complesso di edifici capaci di spostarsi e di adattarsi agli ambienti circostanti. Il video, infatti, pone al centro una scultura in evoluzione, il simbolo di una città concepita come un organismo vivente che cambia la propria forma senza alcuna sosta”.
Questa la cattiva notizia.

La notizia positiva è che da alcuni anni, si affaccia nell’arte lo specchio di una società consapevole, il desiderio di alcuni artisti di occuparsi di temi politico-sociali, risuonatori di forme pensiero almeno più attuali. Al festival di Linz, per la categoria Interactive art è stato premiato l’italiano Paolo Cirio (residente a New York). L’artista e attivista politico, ha presentato Loophole for All, un’opera Ars electronica1del 2013 che promuove la vendita a basso costo delle identità reali di oltre 200mila aziende con sede legale nelle Isole Cayman, paradiso fiscale a sud di Cuba. Il fine è quello di democratizzare i privilegi delle imprese offshore, rendendo visibile il cardine della corruzione, ma è anche una denuncia che vuole mettere in risalto il motivo per cui molti governi sono in deficit. Cirio ha hackerato, tramite scraping, il sito del governo delle Cayman per impadronirsi dell’elenco delle società registrate. Chiunque, nel sito, può acquistare i certificati contraffatti di queste aziende con la pretesa di esserne titolare, un gesto che rimarca le contraddizioni del potere economico”. Da (Ars Electronica, la tecnologia al servizio dell’arte – Wired )

Questa era la buona notizia ma mi chiedo, mettendo da parte le varie forme pensiero antiche e contemporanee, quando è che gli artisti ricominceranno a fare di nuovo gli artisti?.

 

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