TEATRO GRECO: DOVE VUOLE PORTARCI QUESTA TRAGICA CRISI ?

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TEATRO GRECO: DOVE VUOLE PORTARCI QUESTA TRAGICA CRISI ?

di Fausto Carotenuto

L’attenzione dei media è calamitata dalla vicenda del possibile “fallimento” – default – della Grecia.

La notte scorsa doveva pagare 1,55 miliardi di euro al Fondo Monetario Internazionale, e non lo ha fatto. Ed è solo una minima tranche di quello che deve ripagare al Fondo. E deve inoltre somme spaventose anche all’ESA (Fondo Europeo Salvastati) e poi alla BCE. Che non sarà mai in grado di restituire.

Da anni ormai assistiamo al teatro tragico dell’impoverimento di una parte consistente del popolo greco mentre i governanti ateniesi ( di centro prima, di sinistra ora ) portano avanti drammatiche trattative – finora mai risolutive – con i propri creditori. E con l’ Unione Europea in particolare.

La Germania si mostra ferocemente contraria alle concessioni mentre Italia e Francia meno. Il governo greco precedente sembrava sempre accondiscendente verso le richieste degli strozzini internazionali, mentre il gabinetto ateniese guidato da Tzipras appare battagliero e disposto a tutto pur di non cedere alle pressioni internazionali.

Tzipras e il suo partito Syriza hanno del resto vinto le elezioni proprio promettendo ai greci una via d’uscita, se necessario anche dall’Euro.

Tutta l‘Europa segue con ansia la vicenda agitandosi ogni volta che le trattative si interrompono e la Grecia non paga. I mercati internazionali reagiscono facendo calare le borse europee e l’euro perde colpi rispetto a dollaro e sterlina. Mentre il dibattito si infuoca nei vari paesi tra ipereuropeisti, che accusano Tzipras di essere un avventuriero, e “populisti” antieuropei che fanno il tifo per l’uscita della Grecia dall’Euro.

Fino ad ora in effetti non è successo ancora nulla di sostanziale. La BCE di Draghi, che stampa quanti euro vuole, sta ancora tenendo in vita il sistema bancario greco con vagonate di euro emergenziali. Vedremo nei prossimi giorni come evolverà la situazione.

Ma la cose stanno proprio come ce le presentano?

Sappiamo troppo bene che in genere il balletto mediatico delle crisi internazionali è fatto apposta per noi, per manipolare e dirigere le masse, e che spesso gli attori internazionali stanno solamente interpretando un copione dettato dai poteri da cui più o meno tutti dipendono.

Nelle moderne democrazie la manipolazione è arrivata da tempo al punto di assicurarsi il dominio sia delle maggioranze parlamentari che delle opposizioni. Compresi i cosiddetti “populisti” che giocano la parte antisistema. Ed è quello che avviene anche quando ci sono in atto conflitti militari, come la crisi ucraina o il problema islamico: di norma i poteri sovrapolitici controllano entrambi i fronti, dando luogo a dinamiche il cui scopo – come abbiamo più volte sottolineato – è quello di condizionare le nostre coscienze.

Anche nell’ambito della crisi greca, per comprendere cosa in realtà sta avvenendo occorre non perdere di vista il quadro di fondo, sia dal punto di vista della reale credibilità della indipendenza di Tzipras e del suo partito, sia per quanto riguarda i grandi obiettivi dei poteri di manipolazione delle coscienze.

Veniamo al primo punto:

  1. E’ veramente indipendente Tzipras?

Questo giovane leader dal volto e dai modi accattivanti fa parte di una schiera di giovani capi di governo divenuti improvvisamente famosi e appoggiatissimi da vaste maggioranze. Non si sa bene perché… in quanto un attimo prima non erano nessuno. Potremmo citare gli analoghi casi di Cameron, Renzi, Obama. Lo stesso Putin qualche anno fa e perfino la Merkel. Leaders improvvisamente spuntati dall’ombra e diventati potenti in poche mosse. Come per magia.

Ma non illudiamoci: nessuno arriva a certi vertici per caso. Potentissime lobbies sovranazionali devono comunque muoversi per assicurare le grandi maggioranze ed i grandi sostegni di cui improvvisamente godono questi leaders

Per quanto riguarda Tzipras, senza entrare nel meandro del labirinto politico greco, vogliamo solo citare un evento, che mostra con chiarezza il suo vero fronte di appartenenza: la vicenda della lista Tzipras alle ultime elezioni europee in Italia. Quando venne lanciata la lista e Tzipras invitato nel nostro paese, chi era nella cabina di regia di questa iniziativa politica? Chiaramente, in modo inequivocabile fecero campagna tutti i movimenti connessi al mondo gesuita. Uno dei principali sponsor fu il Sindaco di Palermo Orlando, allievo di Padre Pintacuda e di Padre Sorge. Quello stesso fronte gesuita-massonico che ha sbaragliato i nemici italiani e mondiali e che si è aggiudicato il Vaticano, il Quirinale, Palazzo Chigi, la BCE, i vertici dell’Unione Europea, la Casa Bianca, ecc..

E vogliamo qui anche accennare al fatto che non solo nella ex DC da cui vengono Orlando, Mattarella e Renzi, ma anche in tutti i movimenti della sinistra radicale italiana è avvertibile da decenni la traccia di una forte influenza delle manovre gesuite. Da quelli più estremi, coinvolti negli anni di piombo del terrorismo, fino agli attuali SEL, Verdi e al PD. Naturalmente senza che la gran parte degli attivisti e parte degli stessi dirigenti ne abbia mai avuto alcun sentore. Questo gioco al controllo delle sinistre da parte del fronte gesuita-massonico funziona in quasi tutte le democrazie occidentali, compresa quella greca.

E’ quindi singolare assistere a questo apparente litigio tra una Unione Europea ed un governo greco sostanzialmente influenzati dalla stessa componente del potere. Quale sarà il motivo vero di questa tragica pantomima? A cosa mira?

Passiamo quindi al secondo punto

  1. Come la vicenda greca ha a che fare con i più generali progetti di manipolazione delle coscienze?

Abbiamo spesso ricordato che il principale fenomeno in atto è quello del risveglio delle coscienze (per approfondimenti vedi i nostri articoli precedenti, ed in particolare …..). Un fenomeno che si espande velocemente in orizzontale, minacciando i vecchi capisaldi dei poteri di manipolazione E che ha costretto questi poteri a mirare ad un decisa strategia di verticalizzazione e centralizzazione del potere. Per arrivare a formare megastati regionali, e quindi un unico superstato mondiale, più facilmente dominabili dalle lobbies, molto meno controllabili dall’opinione pubblica, e difficilmente raggiungibili nelle loro istituzioni dal nascente movimento del risveglio delle coscienze.

A colpi di crisi economiche e di guerre il gioco sta funzionando. Le crisi emergenziali servono a creare il clima attraverso il quale i popoli vengono spinti a cedere sovranità. Fino ad ora ha funzionato così.

Ma anche nel cammino dei poteri oscuri ci sono sempre ostacoli. E questi vengono soprattutto dalle opinioni pubbliche.

Una parte della gente è facilmente inquadrabile attraverso i media ad obbedire ai dogmi imposti dal potere, come quello della necessità assoluta e costante di una unione europea forte ed autoritaria, oppure quello della urgenza di una guerra “umanitaria”, o antiterroristica. Ma ci sono anche importanti settori delle cittadinanze che non vogliono farsi trascinare in queste imprese, sentendole come contrarie ai propri interessi. Il malcontento viene in genere assorbito manipolando e perfino creando movimenti e partiti cosiddetti “populisti”, il cui compito è quello di incanalare dentro di loro il malcontento. La cui attività è poi quella di vociferare, manifestare e agitare bandiere di libertà, ma mai – proprio mai – incidere realmente sul corso degli eventi. Mai – proprio mai – fare qualcosa di effettivo per bloccare realmente il processo di verticalizzazione e centralizzazione del potere.

Tra gli ostacoli principali all’ulteriore centralizzazione europea ci sono appunto le porzioni di opinione pubblica che si oppongono per vari motivi. In parte perché contrarie alla perdita di libertà e sovranità, ed in parte perché contrarie a sacrifici economici. A riduzioni del proprio tenore di vita. Tra questi ultimi in particolare i tedeschi, che in un qualsiasi processo di integrazione europea vera vedrebbero necessariamente livellarsi verso il basso la propria ricchezza, dovendola “spartire” in vari modi con paesi molto meno ricchi.

E come si fa a spingere verso una maggiore integrazione europea tedeschi riottosi e opinioni pubbliche europee, ed anche greche, contrarie a perdite di sovranità?

Il tragico teatrino del confronto tra Tzipras da una parte e Unione Europea, FMI e tedeschi dall’altra, crea una situazione che viene usata molto bene dai media del potere.

Viene ogni giorno evidenziato drammaticamente un enorme rischio: i “populismi” antieuropei, come quello dell’”avventuriero” Tzipras, mettono a rischio l’Euro e l’Europa e tutto potrebbe crollare, coinvolgendo noi tutti. Quelle file a svuotare i bancomat greci che vediamo in televisione, e la chiusura delle banche, e il crollo dell’economia – vero o presunto – potrebbero veramente impoverirci tutti. Lo spettro della povertà e della disoccupazione viene scatenato dai media per condizionare le coscienze europee.

Una parte di quelli che volevano l’uscita dall’Europa, di fronte a questi enormi e tangibili rischi potrebbe “rientrare nei ranghi” e accettare meglio le future, ulteriori e brutali perdite di sovranità che ci attendono nei prossimi anni. Gli stessi tedeschi, di fronte alla possibilità di un male ancora peggiore, come il caos europeo, potrebbero diventare meno inflessibili nel fare concessioni ai paesi meno ricchi. Ed anche questo faciliterebbe il percorso della formazione del superstato.

Ecco il senso della tragedia greca messa in scena in queste ora dagli attori della stessa compagnia di potere: condizionarci in senso ancora più filoeuropeista: Europa come unica ancora di salvezza rispetto al caos ed alla povertà.

Non funzionerà ovviamente con tutti noi, ma con una parte degli europei indecisi e degli “inflessibili” tedeschi certamente sì.

Cosa accadrà ora?

Quello che i soliti poteri riterranno necessario. Tanto sono sempre loro che guidano la danza, che guidano i loro politici nella tragica farsa che serve ad orientare noi in certe direzioni.

Potrebbero quindi ora ritenere che è il caso di far rientrare la crisi greca, perché la lezione per noi, per i greci, i tedeschi e tutti gli altri europei è stata sufficiente. Oppure ritenere che serve uno shock maggiore – come un ulteriore aggravamento della crisi greca, fino alla stessa uscita dall’euro – per indurre tutti a maggiori concessioni al processo di centralizzazione.

Ma nessuno si illuda che il confronto politico sia vero, che Tzipras sia l’eroe della libertà o altro. Smettiamola di credere al gioco che ci viene presentato scambiandolo per reale.

Gli attori che stanno drammatizzando questa crisi lavorano per lo stesso impresario… che vuole il superstato contro di noi.

Obiettivo delle crisi internazionali – lo diciamo da tempo – sono le nostre coscienze. E queste devono mantenersi libere, indipendenti ed attive per il bene di tutti.

Concentriamoci su quello che noi ogni giorno possiamo fare di bene intorno a noi. Non abbiamo bisogno di farci coinvolgere dal teatro montato per noi e dagli attori scelti dal potere per spingerci ad affidarsi ancora e sempre ai loro fantasmi. Ai nemici delle nostre libere coscienze.

Il quotidiano intorno a noi, l’orizzontale, la famiglia, il lavoro, l’ambiente, gli ideali umani: questo il vero campo d’azione delle nostre coscienze e della nostra libertà.

Non facciamoci distrarre da quello che avviene sul palco. A noi interessa la vita vera, quella che ci scorre davanti ogni giorno. Là dove possiamo veramente intervenire a fare qualcosa di buono per noi e per tutti.

 

Aquile Jerve

 

 

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