Paradisi fiscali, perchè vogliono levarli di mezzo

CIR Panamaleak

Paradisi fiscali, perchè vogliono levarli di mezzo

di Enrico Carotenuto

Impazza lo scandalo Panama Papers sui media di tutto l’occidente. Si fanno i nomi di centinaia di personaggi accusati di avere soldi imboscati in un paradiso fiscale. Per altro tutti nomi che sarebbe strano se NON avessero delle società offshore, vista la normalità della cosa: i paradisi fiscali esistono per e servono a questo, e ne fa uso chiunque si possa permettere di farlo. Da decine e decine di anni. Un segreto di Pulcinella.

Perchè, ci siamo chiesti, tanto clamore per la “scoperta” che i ricchi tengono i soldi nei paradisi fiscali?

Subito dopo ci siamo chiesti: CHI ha fatto questa “straordinaria” scoperta?

Perchè tanto clamore?

Per due motivi principali: uno strategico ed uno tattico.

La motivazione strategica.

L’attacco ai paradisi fiscali è cominciato già da alcuni anni, certamente non per motivi etici. Già nel 2012 avevamo accennato a questa manovra, nell’ambito dell’attacco al segreto bancario in Svizzera. Infatti: perchè attaccare un sistema che è stato favoreggiato e protetto fino all’altro giorno? 

Semplice: perchè non è più adatto allo scopo dei “protettori”.

Fino a qualche anno fa, infatti, il metodo di controllo territoriale preferito da chi ci manipola era basato sul favorire i potentati locali: gruppi di potere locale che facevano riferimento a poteri nazionali, e via dicendo. E quindi i boss politici, economici e malavitosi locali erano favoriti nelle loro ruberie e nel nascondere i loro capitali. Erano “benefits” a chi controllava territori per conto dei poteri oscuri.

Ma quello che noi chiamiamo l’onda del risveglio delle coscienze, ha messo in seria crisi il sistema dei potentati locali, molto più sensibili agli umori, pensieri e soprattutto ai favori del “popolo”, al quale sono per definizione più “vicini” in quanto, appunto, locali. Per questo motivo, da anni, è emersa una forte tendenza alla verticalizzazione ed all’accentramento dei poteri politici ed economici: i poteri forti accorciano le linee di comando e allontanano la politica, le istituzioni e gli altri potentati minori dai territori. L’Unione Europea è un ottimo esempio di ciò. L’attacco alle costituzioni, che prevedono una forte partecipazione e la salvaguardia dei diritti dei cittadini è un’altra delle mosse della strategia dell’accentramento che viene perseguita.

Per far questo occorre togliere forza e peso ai diffusi poteri locali, a cui piace comandicchiare e quindi non mollano facilmente l’osso, per cui occorre togliere loro i “tesoretti” nascosti in Svizzera e negli altri paradisi fiscali.

Mentre i grandi poteri centrali non hanno bisogno di paradisi fiscali. Hanno già la FED, la BCE, la Banca d’Inghilterra. Loro il denaro non hanno bisogno di nasconderlo: lo stampano, e ce lo mettono anche a debito.

La motivazione tattica

Il motivo tattico, che determina come viene svolta mediaticamente l’operazione diventa palese guardando queste foto. Basta dare un’occhiata: In tutto il mondo l’immagine accostata allo scandalo è quella di Putin. Il nome di spicco nostrano invece è il buon vecchio Dell’Utri.

Cosa accomuna i due?

Mossack7I nostri lettori di lunga data già conoscono la risposta: l’affiliazione a quella corrente di potere che potremmo definire opusdeista-massonica o piduista-vaticana. La corrente che negli ultimi anni è stata schiaffeggiata ed umiliata ripetutamente dai vincitori della corrente massonico-gesuita.

Sicuramente qualcuno avrà notato che da alcuni anni il premier russo non passa più le vacanze nella villa del premier italiano. Eppure anche Renzi è un demagogo sparaballe, proprio come Berlusconi! Putin non dovrebbe fare tutta questa distinzione. A meno che…

Tatticamente parlando, privare i propri avversari di risorse e fare un danno alla loro immagine con uno scandalo che serve a fare ben altro, è un capolavoro. Non due, ma tre piccioni con una fava!

Quindi lo scandalo si fa, ma si colpisce solo una certa società (la Mossack Fonseca) su mille, guardacaso una che gestisce le società di certi nomi. Guardacaso una società in cui uno dei fondatori, Jurgen Mossack, è chiaramente legato agli ambienti piduisti-vaticani (il padre era un membro delle SS fuggito in sudamerica. E indovinate chi si è occupato di trafugare i nazisti in sudamerica?) 

A questo proposito è interessante leggere la lettera di risposta della Mossack Fonseca ai leak pubblicati sui giornali. C’è un punto che la società reitera ben tre volte nella lettera: “Il 90% dei nostri clienti sono banche, istituzioni finanziarie e studi legali, che per legge devono conoscere bene i loro clienti prima di portarceli“.
Inoltre dice: “i documenti in vostro possesso riguardano l’un per cento delle trecentomila società che abbiamo aperto in quarant’anni“.

Il che equivale a dire: “Ma come? Quello che facciamo noi lo fanno tutti! E dentro i nostri schedari c’è fango per tutti. TUTTI: anche quelli che non volete tirare in ballo, e se ci rompete troppo le scatole faremo come Sansone coi Filistei“.

Forse non si sono ancora resi conto che quelli che hanno avviato tutta questa manfrina non sono minimamente spaventati, e che anzi, uno scandalo planetario ancora più grande sarebbe solo un ulteriore accelerazione dell’accentramento.

Ma probabilmente non andrà così: queste manovre si somigliano un po’ tutte, una volta capito il meccanismo. E questa storia dei Panamaleaks ricorda molto la tangentopoli nostrana: quelli che finiranno schiacciati sono solo quelli che vanno levati di mezzo. Giudici, magistrati, polizie varie, ormai lo sappiamo bene, possono essere molto selettivi in ciò che vedono e condannano. Anche quelli internazionali. E così come tangentopoli con lo slogan per polli “mani pulite”, ci ha regalato una seconda repubblica peggiore della prima, con meno democrazia, meno pluralità, meno sovranità, meno ricchezza e le stesse mani sporche, aspettiamoci simili regali da questo Panamaleaks. 

Si potrebbe dire che quelli della Mossack Fonseca stanno rispondendo esattamente come fece Bettino Craxi davanti a Di Pietro. Si è poi vista la specchiata onestà dell’ex-magistrato…

Mossack4E veniamo appunto al tassello che completa questa breve disamina: chi ha scoperchiato il vaso di pandora? Chi è riuscito ad ottenere un pezzo di un database da una società che ha come compito proprio quello di prevenire la diffusione di certe informazioni? Intendiamoci: è come se fossero riusciti ad ottenere le informazioni riservate di una banca svizzera. 

Questo è un punto importante, ancora da chiarire. Ciò che sappiamo è che queste informazioni sono finite in mano e sono state divulgate da un “network internazionale di giornalisti investigativi”, denominato International Consortium of Investigative Journalists (ICIJ).

Mossack3All’apparenza un ente “inattaccabile”. Un network legato a molti dei media mainstream più importanti del mondo, dalla BBC a Le Monde, dal Guardian al Washington Post. Un network fondato da Charles Lewis, un giornalista diventato famoso per le sue “investigazioni” molto interessanti sulla guerra in Iraq e sul ruolo della Halliburton di Dick Cheney. Per carità, ottime investigazioni, ma a senso unico. Nel senso che guardando le sue inchieste non si può fare a meno di notarne il leit-motiv: l’attacco costante alla piramide opusdeista-massonica, che negli Stati Uniti esprime le famiglie Bush e compagnia cantante. Ma mai una parola contro il Nobel della pace che bombarda. Un uomo che si batte a parole contro i monopoli informativi, ma che in realtà ha sempre lavorato per essi. E’ evidente che il problema non siano tanto i monopoli, ma QUALI monopoli (ABC, NBC e CBS gli vanno bene, visto che ci ha sempre lavorato, Murdoch e la FOX invece, no). Comunque, è stato talmente bravo che è stato premiato con professorati a Princeton e Harvard, due note sedi di facinorosi anti-sistema….

La ICIJ, dicevamo, nasce come creatura di Lewis per tramite di una struttura che aveva creato precedentemente, chiamata The Center for Public Integrity. Questa è un associazione che viene finanziata dalle donazioni di numerose fondazioni e privati. Nonchè da una pletora di società, tra cui Microsoft. Tra i maggiori contributori spiccano il Rockefeller Family Fund e il Rockefeller Brothers fund

Evidentemente i Rockefeller non avevano idea che esistessero i paradisi fiscali, per questo sovvenzionano Lewis! 🙂

Mossack5

Ma non è finita. Sono così gentili da informarci che la donazione maggiore da una singola persona (non una fondazione o società) è quella  di un certo Graeme Wood che, solo lo scorso anno, ha messo di tasca sua ALMENO 250 mila dollari.

Mossack2Siamo andati a vedere chi è questo signore, convinti di trovarci di fronte ad un Paperone. Invece è un giornalista anche lui. Un altro figlioccio di Harvard che oltre ad aver lavorato a lungo per Wall Street Journal, Bloomberg, ecc. che evidentemente lo pagano molto bene, è anche uno dei redattori di una delle riviste storiche degli Stati Uniti, che negli ultimi anni ha abbandonato il focus sulla letteratura per diventare la bibbia delle baggianate dell’establishment politico vestite di intellettualismo farlocco. Ovviamente schierata dalla parte “giusta” (la piramide gesuito-massonica). Ecco qui un esempio delle buffonate che che scrivono, proprio a firma di Graeme Wood, il grande donatore. Per chi non legge l’inglese, il sunto è: “l’Isis è un terrore islamico”. Niente male come boiata per uno che dà 250mila dollari ad un’associazione “per l’integrità pubblica”… 🙂

Mossack1Se poi guardiamo chi è il redattore capo dell’Atlantic, troviamo che è il signor James Bennet, che ha gli innegabili meriti professionali di essere il figlio di un membro di spicco del partito Democratico che è stato parte dello staff di Carter e di Clinton, prima di essere messo a capo della Wesleyan University, una delle Little Three, le poco conosciute ma influentissime e super-elitarie tre università statunitensi. Difatti James ha un ulteriore merito: un fratello maggiore senatore, sempre per i democratici.

Quindi, seppure non sappiamo chi ha rubato le informazioni della Mossack Fonseca, sappiamo perfettamente chi le sta facendo circolare. E non sembrano questi bastioni d’imparzialità come vorrebbero far credere.

Ora, speriamo, sarà facile comprendere perchè su tutti i giornali del mondo c’è la faccia di Putin e non quella di un qualsiasi altro grande uomo politico o imprenditore. E’ importante anche comprendere che l’attacco alla piramide opusdeista non è che l’aspetto tattico della questione, e che la motivazione principale è di natura strategica e ha a vedere con l’accorciamento delle linee di comando a livello globale.

Sia chiaro che noi di Coscienzeinrete abbiamo espresso più volte il nostro parere su Putin, che non riteniamo essere il salvatore del mondo. Putin non è che l’espressione di una delle due principali piramidi del potere mondialista. Per tanto questo articolo non va inteso come una difesa di Putin o della piramide opusdeista-massonica, ma piuttosto come un ulteriore tassello che aggiungiamo all’ipotetica “guida” all’uscita dalla manipolazione che cerchiamo di aggiornare quotidianamente. 

 

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