Il dilemma Bergoglio: “santo prima di subito”?

Bergoglio

Il dilemma Bergoglio: “santo prima di subito”?

di Fausto Carotenuto

Parla bene, dice cose meravigliose…

Una grande capacità di comunicare in modo semplice forme pensiero buone ed importanti. La povertà della Chiesa e l’attenzione verso i poveri, lo spirito di servizio, verità bontà e bellezza, il Cristo al centro dell’attenzione e non la Chiesa, ecc.

Semplicità di modi e riduzione degli orpelli.

Questo piace molto, e crea entusiasmi.

Ma è sufficiente a giustificare questi entusiasmi?

E’ sufficiente dire delle cose buone o vestire in modo più semplice per essere buoni? Lo speriamo vivamente, ma intanto ragioniamoci sopra. Perchè questo è il dovere di ogni libera coscienza.

Come abbiamo affermato più volte, il grande fenomeno dell’onda di risveglio di coscienze che vogliono il Bene non solo per se stesse, impone a tutte le organizzazioni del potere un aggiornamento dei propri programmi, delle proprie agende e della propria immagine.

In Vaticano fino ad ora aveva prevalso una tesi sostenuta fortemente dal cardinale Ratzinger fin dai primi tempi di Woityla: al nuovo che rischia di travolgere la Chiesa, si rispondeva “resistendo” con un arroccamento che richiamava un modo di fare medievale. Per resistere all’ondata invasiva del laicismo e delle nuove spiritualità la risposta era quella di chiudersi dentro le alte mura dogmatiche di borghi fatti da cattolici puri e obbedienti al papato. Meno fedeli, ma più “fedeli”  all’autorità centrale. Mentre i gesuiti, allora perdenti, ritenevano che la Chiesa non fosse in grado di resistere all’onda, ma che dovesse “guidarla”. Anche a costo di rinunciare ad elementi tradizionali e dogmatici. Pur di mantenere il proprio potere spirituale e temporale. E abbiamo visto il Vaticano woityliano respingere ogni vento nuovo, mentre i gesuiti si dedicavano ad insegnare meditazione, yoga, e persino discipline esoteriche new age…

E a seguire e a indirizzare i fermenti di liberazione anticapitalistica in continenti come l’America Latina. E nel farlo si alleavano paradossalmente alla grande finanza internazionale ed ai poteri mondialisti. Scopo della strategia gesuita era avere una Chiesa che potesse sedere al tavolo della formazione del superstato mondiale come uno dei principali azionisti. Mentre, nel caso della opzione opusdeista e woityliana, rischiava di restare fuori dalla guida del nuovo ordine mondiale, e di rimanere vittima di una tenaglia mortale tra coscienze che avanzano e poteri mondialisti.

I gesuiti già allora perseguivano una strategia che voleva al contrario sfruttare entrambi i lati di questa tenaglia per mantenere e consolidare il potere della Chiesa

La struttura curiale vaticana di allora era contro questa tesi… ed i gesuiti l’hanno infiltrata, combattuta, coinvolta in scandali, fino a spingere lo stesso caposcuola del ritorno al medio evo, Ratzinger, a dimettersi. Ratzinger sapeva con chi aveva a che fare, fin dalla sua elezione, che fu condizionata proprio dai voti gesuiti. Nella messa inaugurale del proprio pontificato, il 24 aprile 2005, disse una frase che allora pochissimi compresero: “Pregate per me, perché io non fugga, per paura, davanti ai lupi”. Fu profetico Benedetto XVI, i lupi sono arrivati e lo hanno costretto a fuggire…

Ed ora, ovviamente, dopo aver agguantato il soglio di Pietro i lupi si vestono da agnelli, per cavalcare il nuovo.

Non è solo un cambio di forme, ma un cambio di strategia radicale quello che è cominciato il 13 marzo scorso con la nomina di Papa Bergoglio, che incarna pienamente la linea gesuita.

Un strategia del potere che è però obbligata a sposare alcuni temi del risveglio di coscienza.

Quindi temi positivi.

E allora questi accettiamoli con gioia, e sosteniamoli. E’ qualcosa di positivo che potrebbe venire da questo papato. Anche se possiamo pensare che una parte di quello che Bergoglio dirà e farà sarà strumentale, accettiamolo con positività.

Una Chiesa povera? Bene. Se avverrà sarà bello vedere la diffusione di costumi diversi nelle strutture ecclesiastiche. Certo non sarà facile con la maggioranza del clero abituata a comportarsi in certi modi… A meno di campagne inquisitorie e purghe… delle quali i gesuiti sono maestri. Ma una bella pulizia di costumi e di atteggiamenti ci vuole senz’altro.

Una maggiore attenzione ai temi ecologisti e verdi? Bene, sarebbe ora che la Chiesa avesse un ruolo più attivo nella difesa del Creato. Purché questo non significhi schierarsi con l’ecologismo forzato e strumentale dei club mondialisti, come il Club di Roma, le agenzie ONU, i vertici del WWF ecc…. ( a tal proposito vedi il nostro dossier sui lub mondialisti: club-di-roma,-club-di-budapest-e-club-di-madrid )

Una chiesa per i poveri? Magari, ne saremmo felici. Ma questo richiede una particolare qualità umana che solo una parte del clero ha manifestato fino ad ora. E gli altri? Esodati o nascosti in qualche convento al confino a fare penitenza? E come si farà amigliorare la qualità umana del clero? Attraverso le scuole gesuite?

Ecumenismo? Nei primi discorsi Bergoglio non ha pronunciato la parola Papa, ma solo “Vescovo di Roma”, e questo sembra nella direzione giusta. Bene! Purché non sia un modo sottile di abbassare i toni formali del papismo per tentare poi di dominare sostanzialmente le altre confessioni cristiane attraverso infiltrazioni ed altro…

Apertura alle altre religioni? Bene, purché non sia solo una connessione di superficie. Limitata a qualche preghiera pubblica recitata insieme su un palco. Ma vada oltre, verso il riconoscimento della unità di un mondo spirituale in dialogo diretto con una sola umanità. Con le religioni a dare una mano al dialogo, invece di farsene ognuna l’indispensabile collo di bottiglia, in competizione con gli altri…

Saremo felici di vedere dei cambiamenti. Ma certo non sembra una buona idea che questo papa sia già trattato come una santo rivoluzionario quando per ora ha solo cambiato stile e vestiti. Aspettiamo e vediamo quale sarà la parte positiva e quale quella meno. La fretta del giudizio sentimentalistico o fanatico non è buona consigliera….

Tanto per fare un esempio, moltissimi hanno sperato che Obama portasse la pace nel mondo, ma poi hanno visto che l’unica cosa che lo collega alla pace è un Nobel che gli è stato stupidamente, frettolosamente assegnato prima che la pace la facesse nei fatti… Anche lui “santo prima di subito”.

L’onda di entusiasmo per questo papa rischia di togliere lucidità alla valutazione di quello che farà… Proprio per questo cercheremo di vedere con serenità e lucidità quello che accadrà… Senza alcun pregiudizio.

Un serio problema che già si evidenzia è che la gente ha voglia di bei prodotti a scatola chiusa, ha voglia di affidarsi, di fidarsi e di non pensare. Di farsi guidare nel tempestoso mare della vita e della società… di non assumersi tutta la responsabilità di se stessi, ma di aspettare il buono da fuori, la “salvezza” da qualcun altro che non siamo noi…

E allora stiamo già entrando in una fase nella quale questo papa dice cose così belle e viene subito dipinto in modo così entusiastico dai media, che si potrà parlarne solo bene, per non incorrere in fulmini e anatemi di vario tipo… E non si potranno rilevare con serenità i problemi di quello che non viene fatto, di quello che viene nascosto, dei condizionamenti posti dalle strategie di potere. Di alcune prese di posizione che non ci piaceranno…

Un grande pregiudizio positivo dominerà la scena mediatica e di gran parte dell’opinione pubblica.

Non si potrà notare quello che non va a cuor leggero, perché tanti si sentiranno colpiti, offesi… non comprendendo che la cosa migliore non è prendere il “buono” apparente a scatola chiusa, ma valutarlo nei suoi limiti, e guardarne bene le possibili ombre. Proprio per rafforzare il Bene e tentare di togliere forza a ciò che lo ostacola…

E del resto non si può dimenticare la storia perversa dell’ordine gesuita, dal quale questo papa non si è dimesso. Rimanendone uno dei principali esponenti a livello mondiale.

Il grillismo, l’obamismo, il bergoglismo, sono anche forme di seduzione. Per renderle positive, occorre non farsi abbagliare dalla loro immagine, e guardare bene anche ai loro aspetti negativi. Altrimenti ti addormentano nella melassa di argomenti e sentimenti che ti piacciono così tanto da non farti capire come veramente stanno le cose.

Non siamo contro papa Bergoglio, ma siamo autenticamente favorevoli a quanto di buono farà. Perché crediamo nella capacità di redenzione che è in ogni uomo. Ma non spegneremo la coscienza, e cercheremo di accorgerci di quanto sarà invece strumentale e dettato da fini di potere.

 

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